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E’ essenziale che i fondamenti della morale dell'amore
vengano salvati e conservati ad ogni costo.
Essi costituiscono una protezione per tutta l'umanità.


Ama il tuo nemico: coraggio, proviamoci anche noi

di Francesco Alberoni

19 settembre 2005



Noi siamo cresciuti in una società che ha come modello morale il Vangelo con i valori del Discorso della montagna:

Beati i poveri di spirito, i miti, coloro che piangono, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici, i perseguitati a causa della giustizia.

A cui vanno aggiunti i comandamenti:

Ama il prossimo tuo come te stesso, ama il tuo nemico.

Se li sono ripetuti i nostri antenati per due millenni pur sapendo che non avrebbero mai potuto essere applicati che in minima parte.

Nell'Europa cristiana non c'è stata gente migliore che in altre civiltà. Come altrove vi sono vissuti uomini miti e uomini crudeli, umili e superbi, generosi o avidi. Vi sono state ingiustizie, malvagità e guerre.

Però quasi tutti nel fondo del proprio animo sapevano che l'unica vera morale è quella dell' amore e che ogni volta che la infrangi e cadi in preda all'avidità, all'egoismo e all'odio stai sbagliando.

La morale cristiana dell'amore è stata il lievito profondo del pensiero morale laico dell'Occidente anche in epoca moderna.

Essa sta dietro l'imperativo categorico di Kant, dietro la condanna della tortura e della pena di morte di Cesare Beccaria, dietro «Il trattato delle virtù» di Jankélévitch, dietro la teoria della giustizia di Rawls.

Tutti sanno che la morale evangelica dell'amore non è realizzabile nella sua interezza, ma costituisce una meta, un punto luminoso da cercare in continuazione con una perenne revisione dei nostri atti e delle regole di comportamento, verso un perfezionamento infinito.

Freud era profondamente turbato dal comandamento di amare il proprio nemico e si domandava per quale profondo motivo, per quale terribile ragione fosse stato fatto. «Mi sembra di udire una voce grave — scrive — che mi ammonisce: proprio perché il tuo prossimo non è degno d'amore ed è tuo nemico, dovresti amarlo come te stesso».

E giunge alla conclusione che il comandamento dell'amore è l'unico ostacolo assoluto contro l'istinto di morte, l'aggressività connaturata all'uomo.

Quando in Europa è stato rifiutato con la guerra mondiale, poi dal comunismo sovietico e dal nazismo, si sono scatenate le più spaventose efferatezze.

Ancor peggio può accadere oggi in un mondo unificato e sovrappopolato.

Per questo è essenziale che i fondamenti della morale dell'amore vengano salvati e conservati ad ogni costo.

Essi costituiscono una protezione per tutta l'umanità.